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      Di Fir.e, il p.° di Gen.° 1612.
      Di V. S. molto Ill.
     
     
      Detti conto a Sua A. della indisposition(735) sua, et feceli riverenza a suo nome, che molto lo gradì.
     
     
      [S.]r Galileo Galilei.
      Ser.r Aff.moEnea Piccolomini Arag.na
     
     
     
      634*.
     
      GIO. FRANCESCO SAGREDO a GALILEO in Firenze.
      Venezia, 2 gennaio 1612.
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVIII, n.° 37. - Autografa.
     
      Ill.re Signor Ecc.mo
     
      Qui con questi fredi riesce così incommodo lo scrivere, che non si deve V. S. meravigliare se le sue lettere sono rimaste due settimane senza risposta. Li tartufi sono riusciti gratissimi, et goduti nel solito casino con parte della compagnia antica. Diferisco il renderle gratie di tanta sua amorevolezza in tempo che lo scrivere riesca di minor fatica. Aspetto con inesplicabile desiderio le sue lettere nel proposito che ella sa, perchè certo il martello che io ho di lei, passa di gran lunga quello che io habbia mai sentito per alcun'altra persona. Vorrei poter esser con lei cento anni, solamente per poter accennarle qualche mio concetto. Non altro. Le prego dal Signore Dio ogni contento. Il Berlinzone(736) la saluta.
     
      In Venetia, a 2 Gennaio 1611(737).
      Di V. S. Ecc.maEcc.mo Galileo.
      Desiderosissimo di servirlaGio. F. Sag.
     
      Fuori. All'Ill.re Sig.r Ecc.moIl S.r Galileo Galilei.
      Firenze.
     
     
     
      635**.
     
      GIO. BATTISTA AGUCCHI a GALILEO in Firenze.
      Roma, 6 gennaio 1612.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 76. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
     
      Per tre cagioni io scrissi a V. S. con lettere delli 23 del passato(738), ch'io haveva differito fin all'hora d'inviarle l'impresa da me fatta delle stelle di Giove: due furono quasi necessarie, di faccende e di indispositione; ma la terza, benchè volontaria, doveva haver più forza di trattenermi dell'altre, perchè non mi si conveniva mai, o se non per sodisfare al suo desiderio o per ubbidire al suo comandamento, mandarle cosa che non meritava in modo alcuno di comparirle davanti.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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