Ant.o Roffeni, tanto mio caro amico, che m'haveva scoperto questo fatto in confidenza, astringendomi a promettergli di non mi intrometter punto per impedir costui, ch'haveva conferito il tutto con esso S.or Roffeni, dal quale voleva una lettera di raccomandatione per V. S., il che non parve honesto ad esso di fargli. Io non ho dunque procurato d'impedirlo, perch'ero sicuro ch'haverebbe dato in scoglio et che si sarebbe scoperta la sua rasa, confidando io molto nell'accortezza et prudenza di V. S., che si sarebbe facilmente chiarita che il detto specchio era lavorato senza misure et buone regole et che non meritava di cader in mano di tanto Prencipe. Hora mi pare di farle sapere, ch'io sono restato altretanto sodisfatto et edificato di lei, quanto sono restato contaminato dell'indiscretezza et del sinistro modo di trattar di quest'huomo, che porta scolpito in faccia, di carattere di fuoco, l'idea della sfacciataggine et dell'aroganza, che lo fa comparire sino davanti a gran prencipi con tanta confidenza e importunità, che non se ne vuol partire senza cavarne qualche buon construtto: il che V. S. haverà benissimo scorto. Quest'huomo è a punto quello da me adombrato nel mio trattatello dello specchio concavo(744), ch'ha portato a volta per molte parti d'Europa di quei miei primi specchi, lavorati similmente di nascosto senza adoprare sagome o misure, le quali erano appresso di me. L'occasione che quest'huomo s'è <...> a venire a quella Corte, è nata dall'haver veduto quel mio specchio grande, mentre ch'io gli ho dato alquanti de i miei Primi Mobili(745) et dell'Italie(746), ch'erano nell'istessa stanza ch'io teniva detto specchio: onde costui, prendendo detto specchio in mano, mi ricercò s'io l'haverei dato ad un prencipe ch'egli mi proponerebbe; et lasciandomi io intendere d'haverlo destinato alla Maestà Cesarea, et quando non fosse toccato a quella speravo col mezo di V. S. di darlo al G. Duca, prese questo parabolano animo, et procurò di farne gettare uno nell'istesse forme che furono fatti i primi grandi et un altro ultimamente per il Card.le Borghese(747) ad instanza del Card.le Giustiniano(748), al quale l'artefice diede ultimamente parola di non ne far d'altri, dicendo che le forme erano rotte: et veramente le vidi io crepate nel mezo, sendo saltata via una parte di pietra in tre o quattro luoghi, sì che non mi sarei mai imaginato che si fosse assicurato di farle armar di ferro, et valersene, come ha fatto; et son sicuro che non saranno ritornati quei pezzi in buona continuatione di superficie sferica: et però è necessario che detto specchio sia molto sconcio et difforme, et so ch'anchora l'artefice non ci haverà usata quella diligenza che soglio usarci io, di provar spesso con la sagoma se vengono giusti nel lavorare.
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