GIO. BATTISTA AGUCCHI a GALILEO in Firenze.
Roma, 20 gennaio 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 78. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Ha voluto V. S. con le prime linee della sua gentilissima lettera levarmi il giusto timore ch'io haveva, che 'l discorso dell'impresa delle nuove stelle non le dovesse arrecare noia; nè contenta di ciò, mi ha ancora assicurato, col leggerlo due volte e mentre veniva molestata da dolori, che le sia piaciuto; ma si è anche fatta assai più avanti, honorandolo con diverse lodi. Certo che, conoscendo io la bontà di V. S. et insieme il giudicio, l'una e l'altro grandissimi, sono stato da prima in forse, a qual di loro io dovessi più tosto attribuire tanto favore. Ma la cognitione di me stesso mi ha spinto a riconoscerlo principalmente dall'humanità; onde tanto più a V. S. ne so grado, quanto debbo più haver caro che la volontà sua mi sia favorevole, che 'l conoscimento, perchè desidero più di esser da V. S. amato, che stimato. Non lascio però di ricevere in alcun modo il favore etiandio dal giudicio, perchè tanto egli vale verso di sè, che quantunque inchinato a seguire la cortesia, mi fa quasi a credere che la cosa sia più di quel ch'è: e pertanto più mi pregio di haver un testimonio e un honore da persona tale, che non mi riputerei se 'l ricevessi da mille e mill'altri grandi. Ma il piacere da me sentito per questo favore, ha havuto il contrapeso d'un maggior dispiacere per l'indispositioni e molestie di V. S. E nel vero che ne vivo con pensier travaglioso: ma confido che la Divina Bontà non permetterà che cotesti suoi mali privino più oltre il mondo del beneficio che da lei attende, e lei stessa della gloria che merita, et i suoi servidori et amici della contentezza che ne riceveranno.
| |
Firenze Divina Bontà
|