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      Altro non ò che dirli, se non che io attendo a rivedere dimmano immano di quanto va seccando la pittura a frescho della cupola(771), la quale mi trattiene perchè secca adagio, che ne sarei già spedito. Nel resto io sono sano e lieto, nè altro mi mancha che lei, la quale io amo, et le desidero ogni bene; et le prego da Dio ogni contento, baciandoli le mani.
     
      Di Roma, questo dì 3 di Febraio 1612.
      Di V.S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo Ser.re
      Lodovico Cigoli.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
      Fiorenza.
     
     
     
      652**.
     
      DANIELLO ANTONINI a GALILEO in Firenze.
      Bruxelles, 4 febbraio 1612.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 82a e 82b. - Autografa.
     
      Molto Ill.re Sig.r mio Pad.ne Oss.mo
     
      È tanto tempo ch'io non ho nuova di V. S. molto Ill.re, che comincio con gran pena ingelosire della gratia sua, et più m'andrei di questa perdita dubitando, se 'l mio proprio diffetto d'esser assai negligente nello scrivere et far riverenza a V. S. non mi soccoresse; ma poi ch'io conosco haver commesso il pecato, convien anco ch'io me conosca obligato alla penitenza: ancor che non fui negligente perchè io mi scordi de gl'oblighi infiniti ch'io le tengo et del mio debito, chè quello che dalla sua cortesia tanto vivamente nel animo mi fu impresso, non potrà per tempo scancellarsi; ma il dover venir con ciancie, senza cosa alcuna degna io delle sue orecchie, temendo più ch'altro d'esserle disturbo a' suoi studii, m'ha reso poco sollecito al ricordarle ch'io le vivo sempre affezionatissimo servitore.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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