Oltre che, se l'opinione che tengo della modestia di Apelle non m'inganna, credo che cederà facilmente quest'honore a chi che si sia, purchè de veritate rei constet....
663.
FEDERICO CESI a GALILEO [in Firenze].
Roma, 17 marzo 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 94-95. - Autografa.
Molt'Ill.re et molto Ecc.te Sig.r Oss.mo
Dalla sua desideratissima delli 9 di Marzo, riceuta questo ordinario, fornisco di conoscere che doi mie, scritteli dopo la prima d'Acquasparta, non le sono altrimente capitate; et similmente una delle sue a me non è gionta: qual cosa tanto più m'ha noiato, quanto l'ultima sua mi lasciò con nuova di sua grave indispositione et intenso desiderio d'udir presto miglioramento e compita sanità. Ho scritto a' miei amici di quelle parti, mi dassero nova di V. S.; ho dimandato, gionto in Roma, a communi amici, quali a me stesso ne ricercavano, presupponendo ne fossi meglio informato. Di maniera che la sua è arrivata molto a proposito, et molto più se havesse recato nova della ricuperata sanità: pur portandone col miglioramento certa speranza, ha dato a me et a tutti i Lincei molto contento. Risarcirò dunque con questa il mancamento cagionato dalla perdita del'altre, narrandole quanto passi.
Il S.r Gio. Batta della Porta, havendo mostro sempre grandissimo desiderio che la nostra studiosa Compagnia andasse avanti et cominciasse ad effettuarsi et stabilirsi secondo la mia intentione, finalmente mi pregò a mandarli quanto prima alcuno de' nostri per trattarli sopra ciò alcune cose necessarie.
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