Ho voluto prima pregar V. S. m'avisi il suo parere, dovendo particolarmente regolarmi con la sua prudenza in questa nascente opra, che spero habbia esser grande et grandemente da lei illustrata.
Le mando, tra alcune figure delle piante Indiane del libro che si stampa(817), il segno e sigillo che ciascuno de' Lincei di continuo deve portare in dito(818), servendosene anco per segnar le studiose epistole et spettanti alle cose Lincee in qualsivoglia modo; avertendola però che primieramente scusi la tardanza del scultore longhissima, poi consideri che la pietra et la grandezza non hanno potuto corrispondere alli meriti, ma al solito fraternale, poi che per le qualità et doti naturali et significationi fu eletta tal pietra, et per commodità di tal grandezza. Tale il S.r Gio. Batta della Porta, quest'altri Lincei più vecchi et io, di continuo portiamo, chè per i nuovi, che le scrissi esser ammessi, si lavorano hora, V. S. mi farà gratia honorar detto segno col portarlo, considerando che la Lince, che da esso gli vien rappresentata, spera nel suo valore et prudenza grandemente. Non dirò altro per hora, se non che desidero mi commandi et dia nova della sua sanità. Bacio a V.S. le mani.
Di Roma, li 22 di Marzo 1612.
Di V. S. molto Ill.e et molto Ecc.te
Aff.mo per ser.1a sempreFed.co Cesi P. L., Mar.se di Mont.li
Fuori: Al molto Ill.re et molto Ecc.te Sig.r Oss.mo
II Sig.r Galileo Galilei.
666**.
LODOVICO CARDI DA CIGOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 23 marzo 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. X, car.
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