Intanto me le offerisco a servirla, come io la stimo e honoro molto; e baciandole le mani, le prego dal Signore Dio ogni felicità.
Di Pisa, li 16 Aprile 1612.
Di V. S.
S.re Aff.moArturo d'Elci.
Fuori: All'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei, Matematico Primario di S. A.
Fiorenza.
672.
GALILEO a MARCO WELSER [in Augusta].
Le Selve, 4 maggio 1612.
Cfr. Vol. V, pag. 94-113 [Edizione Nazionale].
673.
FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
Roma, 4 maggio 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 98. - Autografa.
Molt'Ill.re et molto Ecc.te Sig.r Oss.mo
Sto con grandissimo desiderio et speranza della sua sanità, et non intendo ancor la nuova, et se sia ritornata in Fiorenza(833) et quando goderò i suoi scritti e dispute. Il non sentire mi fa dubitare che l'indispositione séguiti, il che mi dorrebbe troppo.
Le cose Lincee, per Dio gratia, vanno molto bene avanti, et il Porta non cessa scrivermi ch'io non ammetta altri filosofi in Napoli, poi che, havendo scelti i meglio, molt'altri, che hanno intesa la cosa, vorrebono connumerarsi; ma in ciò io vado adagio per me stesso, et essendone ivi cinque, mi ci bastano. Il detto Porta è tuttavia in cerca d'un luogo per il Liceo da farsi lì, ma sin hora non s'è trovato in tutto al proposito; non potrà mancare, et presto.
Fu ammesso il Filiis, et dovea ammettersi domenica passata il Valerio; ma per la disgratia del Fabri cancelliero, che, per esserli caduta sopra la carrozza nel'andare alle chiese, si trova con un braccio slocato in letto immobile, non fu fatto: sarà fra pochi giorni sano, et si farà. Et questa sera habbiamo trattato lungamente di V. S., et c'ha recitato un epigramma, che le ha mandato(834). Il gusto che si siamo presi nel burlarsi de' suoi aversari, non lo dico.
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