Firenze.
687.
GIOVANFRANCESCO SAGREDO a [GALILEO in Firenze].
Venezia, 2 giugno 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 16. - Autografe le lin. 86-87 [Edizione Nazionale].
Ill.re Sig.or Ecc.mo
Può essere molto ben certa V. S. Ecc.ma, che sì come le sue lettere mi riescono sempre carissime, così l'ultime di 12 Maggio mi hanno dato la vita, perchè avanti la ricevuta di quelle un Thedesco bestia portò nuova al Bacci ch'ella era morta; onde intendendo io da lei stessa la ricuperata sanità, mi è paruto essere seco risusitato. Lodato Iddio che le nuove cattive siano false, et le buone vere.
Io la ringratio senza fine della memoria ch'ella tiene di me, et della continuatione dell'amor suo verso la mia persona; et per ciò desidero che sia dato d'accordo da noi per l'avenire un severissimo bando al silentio, et che ogni settimana ci scriviamo scambievolmente. Et io per la mia parte mi sottoporrò ad ogni pena, quando che non osservi questa capitulatione.
Mandai la settimana passata le lettere di V. S. al Sig.or Marco Velser(869), col quale, già quattro mesi, feci amicitia per via de' R.di Padri Gesuiti, suoi svisceratissimi. Ho ancora inviata la copia heri a Mons.or Arciprete(870), et quando dall'uno et dall'altro mi capiti la risposta, le inviarò subito a V. S.
Sopra le macchie del sole io ne ho fatto pochissima speculatione, rispetto che in tanto ho creduto che egli sia tutto lucido, in quanto che egli mi appariva tale; onde apparendomi poi altrimenti, poco travaglio ho recevuto a mutarmi di opinione, restando persuaso di quanto V. S. scrive nel suo discorso.
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