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      La morte del Sig.r Paulo mio fratello seguita questo carnevale passato, et una incredibile opressione che io ho patito dal soverchio freddo di questo verno, mi hanno oltre modo sbigottito; ma, lodato Iddio, da un mese in qua io sono alquanto rihavuto, et spero ritornare alle solite speculationi et gusti, alla perfettione de' quali manca solamente la persona di V. S. Ecc.ma, et perciò convengo pregarla far sforzo a sè stessa(874) di lasciarsi un poco vedere; che sarà fine di queste, preghandole dal Signor Dio perfetta sanità et contento. Tutti gli amici la risalutano, rallegrandosi della recuperata sanità.
     
      In Ven.a, a 2 Giugno 1612.
      Di V. S. Ecc.maDesiderosiss.o di ser.1a
      Gio. Fran. Sag.
     
     
     
      688.
     
      GALILEO a BELISARIO VINTA [in Firenze].
      Firenze, 4 giugno 1612.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 54. - Autografa.
     
      Ill.mo Sig.re e Pad.n Col.mo
     
      Ho mandato al Ligozzi(875) per havere il cannone, e gl'ho anco mandata la lettera di V. S. Ill.ma, acciò ch'ei vegga con quanta instanza(876) venga chiesto da S. A. S.: in somma il cannone non è ancora miniato, e per mio credere non si minierà così per fretta, se non si gliene fa maggior instanza. Io vi sono stato molte volte, ma veggo che poco mi giova: però V. S. Ill.ma vegga di farlo sollecitare per qualche altra banda. Io ho i cristalli all'ordine, già 4 mesi sono, per detto cannone, et quanto prima farò che siano in pronto per due altri strumenti, sì che per me non si resti di servire S. A. S., et lei ancora; alla quale con ogni reverenza bacio le mani, e gli prego felicità.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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