Ho v[eduto] quello che V. S. m'ha scritto(879) dell'osservatione fatta da lei delle macchie scortesi nel sole, et la distintione che si contiene nelle figure mandatemi, et la conclusione ch'ella ne cava; et non mancherò di pigliar occasione da ritrarne il parere de gl'intelligenti di questa città per avvisarglielo. Non viddi già le tre lettere del finto Apelle(880); et però se con esse V. S. mi favorirà della risposta data da lei al S.r Valsero, mi sarà accettissimo di sapere tutto quello che passa in questa materia, et potrò tanto più fondatamente discorrerne. Fra tanto la ringratio particolarmente ch'ella si compiaccia di comunicarmi le cose sue, da me stimate quanto richiede il suo valore, et le ne resto obligatissimo, pregandola a continuare, dandomi occasione di mostrarle il mio affetto verso di lei, alla quale prego da Dio ogni felicità.
Di Bologna, li 5 di Giugno 1612.
Di V. S.
la quale io ringratio dell'affettuosa dimostratione ch'ella s'è compiaciuta di far verso di me.
S.r Galileo Galilei.
Come fratello aff.moIl Card.l Barberino.
Fuori: Al molt'Ill.re Sig.reIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
691**.
LODOVICO CARDI DA CIGOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 8 giugno 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 27. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio,
Credo, fino due settimane fa da il Sig.r Marchese sappia con quanto gusto noi rincontramo le sue giustissime machie con le mia, le quali, sebene sono abbozzate, nondimeno si riconoscieva benissimo la principale; sebene ancho le mie erano osservate a diverse ore, per lo impedimento che ò del continuo a Monte Cavallo alla loggia di Borchese(881), per la quale mi affretta sì che non mi lascia dar fine alla cupola di S.a Maria Maggiore.
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