Quanto alla sua oppinione, che ella à di queste machie, mi piace et mi quieta del tutto, et nelle altre ò molti scrupoli; ma credo bene che sarà dura a persuadere l'universale inveterata oppinione. Però dice il Sig.r Marchese, il Padre Ganberghiere(882) che non vorrebbe in queste sue oppinioni andasse così a un tratto dichiarandosi, ma per via di disputa dicesse lo istesso, e stesse a udire. Non ò ancora detto dell'ultima sua, perchè dice che io la taccia; et così ò fatto. Ci siamo maravigliati, non sia comparso ancora la promessa et della lettera et delle cose sotto la stampa: però ricordatevi della promessa, perchè non ci è di me chi più l'ami et le desideri; sì che non le mettete nel dimenticatoio. Delle machie, le osserverei con giustezza, ma non ò commodità di casa, et sono ancho molto impedito dalla fretta de' lavori, i quali camminano inanzi allegramente, non con tante spanpanate, ma immodo che mi contento e onoratamente, con grandissimo disgusto di alcuni pochi malefici, i quali stanno molto rintuzzati. Io delle loro abbaiate ne fo poca stima: fo il meglio che io so, et Dio mi aiuta. Et con questo le bacio le mani, et Dio la feliciti; et saluti il Sig.r Filippo(883) et cotesti Signori.
Di Roma, questo dì 8 Giugnio 1612.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo Ser.re
Lodovico Cigoli.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl Sig. Galileo Galilei.
Firenze.
692.
PAOLO GUALDO a GALILEO in Firenze.
Padova, 8 giugno 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 106. - Autografa.
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