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      Egli è già più d'un anno, che V. S. mi diede notitia a bocca delle macchie solari e del moto loro intorno al corpo del sole; da poi vidi l'Epistole scritte al Velsero da quell'autore non nominato, et una lettera del medesimo Velsero, nella quale ben mostrava di sapere che V. S. n'havesse cognitione, ma si persuadeva ch'ella non fosse arrivata tanto oltre in sì fatta specolatione quanto il predetto autore(909): il quale certamente argomenta bene, ch'elle sieno vicine al corpo solare e si girino intorno a quello, e bene ha compreso che si unischino insieme e si dividino; ma la conclusione che poi ne fa, che sieno stelle, sì come a me non parve buona per più ragioni, così mi è piaciuto di sapere hora, dalla lettera di V. S., ch'ella sia falsa, con altre cose di più che mi hanno empiuto di maraviglia: e nel vero fra quante celesti apparenze si sono scoperte da lei, questa mi sembra la maggiore e di maggiore conseguenza. Io l'ho vedute molte volte, e mi è stato avviso di scorgerle distintamente, quali V. S. le mi rappresenta, et in particolare le mutationi che fanno da un giorno all'altro. Ma io spero di dovere anche intendere le ragioni, che la persuadono e costringono a prononciarne ciò che n'afferma; e mi era però stato detto che si dovevano stampare alcune lettere di V. S. in questo proposito, con le figure delle macchie osservate e quelle delle dimostrationi ch'ella ne fa, che io non so se io dovrò più aspettare: ma se non per tempo, almeno tardi, io mi assicuro di haverne a vedere da V. S. molta dottrina.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





Epistole Velsero Velsero