Fra questo mentre sommamente mi ha dilettato l'intendere la sostanza che V. S. me n'ha significata, e ne la ringratio senza fine, obligato rimanendole non meno per ciò, che per la memoria che di me tiene, il quale certo le corrispondo nell'osservarla e nel desiderare di servirla: e con ogni affetto le bacio la mano.
Di Roma, li 16 di Giugno 1612.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galilei.
Aff.mo Ser.reG. Batta Agucchi.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
701.
GIO. FRANCESCO SAGREDO a GALILEO in Firenze.
Venezia, 16 giugno 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 113-114. - Autografa.
Ill.e Sig.r Oss.mo
Hebbi il libro, et ultimamente le sue de' 9 del presente. Io ringratio V. S. Ecc.ma senza fine. Del Discorso poco le posso dire, poichè il S.r Mula me lo ha tenuto, sichè apena l'ho transcorso in diversi luoghi con l'occhio. Della dottrina, non credo che ella aspetti che io dica che sia vera, perchè già ella sa che io non sono Peripatetico nè pazzo; ma più tosto mi farò lecito dirle con la solita mia libertà, che mi sono meravigliato che ella habbia scritto in così fatta materia per via di discorso, et, col rispondere a quelli che di essa non intendono niente, habbia quasi posto in dificoltà la verità patente e dimostrata, dando riputatione alle goferie filosofiche de' presenti tempi.
Il S.r Mula et qualche altro m'ha fatto instanza per haver copia delle calculationi fatte da lei delle Stele Medicee; ma invero mi è spiacciuto che queste siano di questi prossimi giorni, perchè in questa brevità di tempo non posso dar sodisfattione a tutti.
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