Di qui è che sommamente più ammirabile è l'eccellenza nella pittura, che nella scultura.
Tanto per ora mi sovviene poter ella rispondere alle ragioni di cotesti fautori della scultura, partecipatemi questa mattina di ordine di V. S. dal S.re Andrea nostro. Ma io però la consiglierei a non s'inoltrar più con essi in questa contesa, parendomi ch'ella stia meglio per esercizio di spirito e d'ingegno fra quei che non professino nè l'una nè l'altra di queste due veramente ammirabili arti, quando in eccellenza sono praticate; poichè oramai V. S. nella propria s'è resa così degna di gloria con le sue tele, quanto il nostro divino Michelagnolo co' suoi marmi.
E qui cordialissimamente le b. l. m., e la prego a continuarmi il suo amore, e l'osservazioni ancora delle macchie.
Di Firenze, 26 Giugno 1612.
Di V. S. molt'Ill.reObbl.mo Ser.re Aff.mo
Galileo Galilei.
714*
ALESSANDRO D'ESTE a GALILEO in Firenze.
Roma, 27 giugno 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIV, car. 88. - Autografa la firma.
Ill.re Sig.re
L'amorevolezza di V. S. è tanto grande, che le fa giudicar necessarie certe dimostrationi, le quali non hanno altr'obligo che quello vien prescritto loro dalla disposta sua volontà. Carissima m'è stata la copia del Discorso che mi ha mandata, e lo leggerò con ferma opinione di trovarlo bellissimo. Intanto ne la ringratio, e le offero l'opera mia per ogni sua occasione. Co 'l qual fine auguro a V. S. vero contento.
Di Roma, li 27 di Giugno 1612.
S.or Galileo Galilei.
Al piacer suoIl Card.le d'Este.
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