Pagina (414/834)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      (923) Circa il qual particolare, io voglio solamente rappresentare a V. E. quello che egli sa molto meglio di me, et è che noi non doviamo desiderare che la natura si accomodi a quello che parrebbe meglio disposto et ordinato a noi, ma conviene che noi accomodiamo l'intelletto nostro a quello che ella ha fatto, sicuri tale esser l'ottimo et non altro; e perchè ella si è compiaciuta di far muover le stelle erranti circa centri diversi, possiamo esser sicuri che simile costitutione sia perfettissima et ammirabile, et che l'altra sarebbe priva d'ogni eleganza, incongrua e puerile. Et benchè il Signor Lagalla nomini per stolti quei filosofi che veramente tenessero per veri gli eccentrici e gli epicicli, io mi contento esser riposto in tal numero, havendo la sensata esperienza e la natura dal mio, più presto che negar quel che io toccherò(924) con mano, col séguito di gente infinita. Et se per movimenti eccentrici noi intendiamo quei moti circolari che abbracciano la terra, ma si fanno circa altro centro che quel di lei, e per moti epicicli quelli che si fanno in cerchi che non includon la terra; se alcuno vorrà negare questi, converrà che neghi le revolutioni delle Stelle Medicee intorno a Giove, e le conversioni di Venere e di Mercurio intorno al sole, et in conseguenza che Venere non si vegga tal'hora rotonda e tal'hora falcata; et negando quelli, converrà dire che il vedere Marte hora vicinissimo alla terra et hora lontanissimo sia una illusione, benchè ci siano i tempi determinati e previsti de i suoi appressamenti e discostamenti, li quali sono così differenti, che ci mostrano tale stella, quando è vicinissima, 60 volte maggiore che quando è remotissima.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





Signor Lagalla Stelle Medicee Giove Venere Mercurio Venere Marte