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      Gli dissi il mio pensiero, et more solito non volse intendere altro, affermandomi ch'il mio pensiero era falso. Ma doppo tre mesi, havendomi egli communicati in secretezza i fondamenti della sua dottrina, non mi seppe negare che alli tre modi con li quali egli me haveva detto fare la vista, non si potesse aggionger anco il mio per quarto: et da quell'hora in qua non ha più tenuto meco proposito in questa materia, ancorchè avanti mi stimolasse essere seco per mostrarmi il suo libro.
      Niuna delle cose intese nè da lui nè da altri mi fanno dubbio sopra la mia speculatione, et sto aspettando solo quella de V. S., la quale è stata eletta da me per giudice inapellabile di questa causa.
      Il S.r Mula fu al Santo(935), et mi riferì haver veduto uno stromento dal S.r Santorio(936), col quale se misurava il fredo et il caldo col compasso, et finalmente mi communicò questo essere una gran bozza di vetro con un colo lungo, onde subito me sono dato a fabricarne de molto esquisiti et belli. Gl'ordinarii li faccio con spesa di £ 4 l'uno, cioè una inghistara, un'ampoletta et un sione de vetro; et la mia fattura è tanta, che in un'hora ne accommodo fin dieci. Il più bello che ho fatto è stato lavorato alla lume, et è della grandezza et disegno qui ocluso in tutte le sue parti(937). Aspetto intendere ch'ella habbia fatto mirabilia magna.
      Bacci tra i miei vetri ha cernito questi tre, che le mando per buoni. Due di sei quarte incirca sono del mio pover huomo(938), et l'altro di otto è di Bacci, il quale mi ha promesso darmene un buono di 4 1/2, ma poi mi ha mancato.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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