La persona io non ho veduto, se bene so esser proportionatissima. Di gran dote, per il rispetto sopradetto, io non ho fatto caso: et già sarebbe seguito, se i miei, postisi in questo ad un conveniente segno, secondo il secol d'hoggi, non havessero un poco difficultato. Si negotia assai, et io vado facilitando, chè non mi lece far meno caso de' maggiori et finirla subito.
M'è parso dovere, V. S. ne sia consapevole, et possa anco favorirmi di conseglio, chè poi l'avisarò quanto passa. Non mi stenderò hora più a longo. Bacio a V. S. le mani, salutandola di core.
Di Monticelli, li 4 di Luglio 1612.
Di V. S. molto Ill.re et molto Ecc.te
Aff.mo per ser.la sempreFed.co Cesi, Mar.se di Mont.li
Fuori: Al molt'Ill.re et molto Ecc.te Sig.r Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
721**.
LUIGI CAPPONI a GALILEO in Firenze.
Roma, 6 luglio 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIV, car. 92. - Autografa la firma.
Ill.re e molto Ecc.te Sig.re
Ho ricevuto, con la sua de' 25 del passato, il libretto di V. S., che m'ha trovato appunto ne' medicamenti che io piglio d'alcune acque di Lucca: non mi sono potuto non di meno contenere di non ne havere visto e sentito leggere qualcosa; dove io ho riconosciuta la sua singolare et esquisita maniera di trattare simili materie di matematica con quella chiareza che pare quasi impossibile a potersi adattare alle sue sottili demostrationi. La ringratio però infinitamente che m'habbia voluto honorare in questa occasione, e darmi gusto che io veda trattato, come V. S. lo chiama, sterile da per sè, così arrichito dall'ingegno suo, che per me lo chiamerei sempre abondantissimo.
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