Mi dispiacquero però gl'orbi adamantini, chè tali eccentrici et epicicli nelle Peripatetiche o almeno Tolemaiche scuole si celebrano et propongono con tanto fasto per certissimi; et chimera con V. S. riputandoli, v'ho speculato alquanto d'intorno, come mi farà poi gratia vedere: onde primieramente dimandavo se solidi orbi voleva Copernico, et intendendo d'essi, o pure delle semplici motioni, se poneva in epiciclo di concentrico al sole, o pure in eccentrico semplice, la terra, et se alcuno di suoi seguaci havea osservato meglio e variato in ciò, poichè Keplero, ancorchè Coperniceo, dal'istesso Copernico varia, havendo le osservationi migliori di Tichone, et variandosi nelli moti della terra et luna poteva sperarsi sodisfattione maggiore al'intelletto in quella parte che sola restava con moltiplicità di giri et motioni, nè la novità pol desiderarsi nella natura, ma nella cognitione nostra, migliorandosi l'esperimenti. Desiderava un matematico da Ticone, che li sbrigasse il giro del sole da quello di Marte. In somma, vista ben la cosa, deve accettarsi et considerarsi com'ell'è, et conoscere che la natura spesso burla e rompe le regole che da gl'huomini le son poste.
Assai per hora l'haverò trattenuta, et solo per esprimerle a pieno quello l'altra volta, di montagna(975), in fretta le scrissi delle mie speculazioncelle celesti. Resto dunque baciando a V. S. le mani. N. S. Dio le conceda ogni contento.
Di Roma, li 21 di Luglio 1612.
Di V. S. molt'Ill.re et molto Ecc.teAff.mo per ser.la sempre
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