Io non mi confido in altro che nella benignità de' nostri SS.i Lyncei e nella filosofica dolcezza di V. S., perchè il comune splendore di voi altri dottissimi personaggi illuminerà me, che fra loro mi truovo.
Dio N. S. feliciti V. S.: et io, come fratello Lynceo, le bacio le mani; come ammiratore del suo alto valore, la riverisco; e come obligato servidore, le offero il suo del suo.
Da Roma, li 24 di Agosto 1612.
Di V. S. molto Ill.e et molto Ecc.
S. Galileo.
Fratello e Veriss.mo Serv.
Gio. Demisiani Lynceo.
Fuori, d'altra mano: Al molt'Ill.re et molto Ecc.te Sig.re mio Oss.moIl S.re Galileo Galilei Lynceo, a
Firenze.
748*.
FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
Roma, 25 agosto 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 141. - Autografa la sottoscrizione.
Molt'Ill.re et molto Ecc.te Sig.re mio Oss.mo
Riceute assieme con la gratissima di V. S. le poco considerate Considerationi sopra il suo Discorso(1000), mi posi con molto gusto a rilegger quello et ponderare esse, et séguito tuttavia, godendo ch'i suoi aversarii non possono altro che discoprire la loro livida et arrabbiata invidia. Subito compito, manderò il trattato a Mons.r Agucchia, com'avisa. Scriva pure intanto chi vole, che non credo sia per essere punto più felice.
Aspetto con desiderio la seconda lettera circa le macchie, et tuttavia più ammiro la sua fervente et mai otiosa diligenza; et compatendo grandemente a tante et così assidue fatighe, mi dole che l'occasione delli scambievoli saluti de' Lincei circa questo principio di novo anno della Lincealità, instituiti per mantenere fra distanti il vincolo del'amore, come nel ristretto delle communi constitutioni mandateli havrà veduto, sia hora per apportare occupatione di risposte alla sua cortesia, dalla quale certamente (tant'è la brama ch'essi hanno d'essere dalla sua domestica penna favoriti) io non vaglio sollevarla.
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