V. S. Ecc.ma ha da sapere che io, da un tempo in qua, ho fatto la vista tanto debole, che il giorno non posso leggere o scrivere senza occhiali, e la notte, al lume della lucerna, neanche con quelli, senza molto patimento della testa e della vista. A questo incommodo non credo si possa rimediare altrimenti che con qualche ingegno cavato dall'optica, col quale si rinvigorisca la vista, o adombrando il lume, o ripercotendolo, o aggrandendo le specie dell'oggetto visibile, o in altra maniera che io non so nè dire nè imaginarmi. Supplico pertanto V. S. Ecc.ma di soccorrere a questo mio bisogno con qualche argomento del sottilissimo ingegno suo, col quale per tante reali et maravigliose prove, al dispetto della invidia, mortal nemica della virtù, si ha acquistato titolo immortale di Archimede celeste. Intanto se la mia debolezza può essere atta ad impiegarsi qui in alcuna cosa di suo servigio, la prego con ogni istanza ad honorarmi de' suoi comandamenti. E col fine a V. S. Ecc.ma bacio affettuosissimamente la mano.
Di Padova, li 28 Settembre 1612.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Deditissimo
Martino Sandelli.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo mio S.re Oss.moIl S.r Galileo Galilei, a
Firenze.
771.
MARCO WELSER a GALILEO in Firenze.
Augusta, 28 settembre 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. X, car. 21. - Autografa. Cfr. Vol. V, pag. 183 [Edizione Nazionale].
Molto Ill.e et Ecc.mo S.or Oss.mo
La mia greve indispositione continua a travagliarmi tuttavia, sì che non posso visitare gli amici con spesse et copiose lettere, come sarebbe mio obligo et desiderio, particolarmente verso V. S., colla quale discorrendo sento tanto gusto; ma l'impossibilità me lo vieta, et in lucro reputandum est quando Iddio mi fa grazia di salutarli brevemente con poche righe, come segue per la presente.
| |
Archimede Padova Settembre Deditissimo Sandelli Galileo Galilei Firenze Edizione Nazionale Iddio
|