Di Roma, li 29 di 7bre 1612.
Di V. S. molt'Ill.re et molto Ecc.te
Avisi se in che luogo devono stamparsi le lettere d'Apelle, cioè prima o poi.
Il S.r Demisiani difende gagliardamente l'opinion di V. S., espostali da me, del giaccio e della figura. Il S.r Valerio affretta Compositioni bellissime.
Aff.mo per ser.la sempreFed.co Cesi. L. P., Mar.se di M.li
Fuori: Al molt'Ill.re et molto Ecc.te Sig.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
773**.
FLAMINIO PAPAZZONI a [GALILEO in Firenze].
Pratolino, 30 settembre 1612.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VIII, car. 159. - Autografa.
Molto Ill. et Ecc.mo S.r mio,
Ho letto et a me et a questi Signori la prudentissima lettera di V. S. molto Ill. et Ecc.ma In risposta della quale, prima le dico ch'ho a nome suo fatto riverenza all'Ecc.mo S.r P. Don Carolo(1053), mio Signore, all'Ill.mo S.r Averardo(1054) et Ecc. S.r Tromba, quali tutti la rissalutano, com'io di tutto cuore. Poi le dico che ci mancano anco doi quinterneti del suo libro ristampato(1055), essendo quello si compiacque darmi va sino a carte 56, et quelli mi ha hora mandati cominciano da carte 65, onde vi mancano carte otto: però si degnarà inviarcele, acciò non le manchi all'opera mandatami(1056) per sua singolarissima cortesia. Quanto poi al scriver sopra ciò, è un pezzo ch'io havevo cominciato un'opereta in esplicatione di cose Aristotelice, la quale si agumenterà con quest'occasione con quella modestia conviene; et se ho mai detto, alcuni non intendere Aristotile, tutto è stato detto per mio parere, senza haver pensiero di offendere [a]lcuni, massimo miei Signori: et sappi V. S. molto Ill. et Ecc., ch'io ho ricosati molti volere intorno a ciò discorrere; ma era ciò interpretare, perchè io cedessi in credere Aristotile havere errato.
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