Il P. Grünberger otto giorni fa fu in casa mia, et mi disse che non havea visto ancora l'ultima operetta dell'Apelle(1127): ma in vero, se bene sa che esso è Giesuita, consente assai più con V. S. che con Apelle, parendogli l'argumenti colli quali V. S. butta a terra il fondamento che non siano stelle, molto efficaci. Però, come figliuolo di santa obedienza, non osa dare la sentenza. Altro non m'occorre a dire a V. S., salvo che pregarla, in nome mio faccia riverenza all'Ill.mo Sig.re Salviati. Iddio le conceda compita sanità et felicità.
Di Roma, alli 23 di Novembre 1612.
Di V. S. molto Ill.re et Eccll.maDivotiss. S.re
Gio. Fabro Lynceo.
Fuori: Al molto Ill.re et Eccll.mo Sig.re et Padrone mio Oss.moIl Sig.re Galileo Galilei.
Fiorenza.
800*.
PAOLO GUALDO a GALILEO in Firenze.
Padova, 23 novembre 1612.
Bibl. Naz. Fir. Nuovi Acquisti Galileiani, n.° 11. - Autografa.
Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Troppo lunga è stata la pausa et il silenzio sinhora tenuto fra noi: la colpa, dal canto mio, l'esser stato veramente a Vicenza et in villa, tratenuto, più di quello ch'io volevo, dalle acque e da i diluvii che sono stati in questi paesi. Lodato il Signore, io son in Padova et a' servitii del S.r Galilei.
Ho inteso dal S.r Baldino(1128) che V. S. sta bene, e me ne rallegro molto. Stavo pure aspettando d'intendere che fusse uscita qualche nuova sua opra, bramatissime dal mondo.
Il S.r Velsero già alcuni giorni mi mandò un trattato stampato in Augusta De maculis solaribus(1129). Intendo anco esser usciti altri discorsi in simili propositi, quali non ho veduto.
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