Le sue lettere mi sono sempre carissime; però, sebene io incorro nella pena(1169), non vorrei ch'ella volesse riffarsi col silentio, ma più tosto che, visitandomi spesso con le sue, commettesse alcuna essecutione contra di me.
Ho inteso con gusto peripatetico la voracità di Saturno(1170), la quale dovrà stimarsi tanto maggiore, quanto che, non havendo masticato il cibo, converrà appunto renderlo intiero come lo trangugiò: di che li Peripatetici doveranno restar molto contenti, perchè, sicome uscendo senza alterationi l'ossa delle cerese, si argomenta da questo che siano incorruttibili in breve spatio dalla calidità dello stomaco, così, essendo infinite volte in infiniti secoli state da Saturno divorate due fritelle celesti senza che habbiano patita alcuna diminutione, chi non vede et comprende chiaramente che sono di materia eterna et incorruttibili? Tuttavia starò attendendo l'opinione di V. S. Ecc.maLe sue lettere, mandatemi per mano del S.r Giovanni Ciampoli, non mi sono fin hora capitate; et capitandomi, ho già inteso il suo desiderio.
Aspetto con molto desiderio la primavera et l'Assensa, per la speranza che mi dà della sua venuta col S.r Salviati, il quale quanto sia amato et stimato da me, già può ella argomentarlo dalla grandezza del suo merito et dall'inclinatione che io tengo a tali sogetti; dell'amor de' quali non mi reputo indegno almeno per questa mia buona dispositione, seben nel resto nudo di quell'altre qualità che sarebbono bisognose per esser degnamente colocato nella lor gratia.
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