Le mando non reviste; et il scrittore le havrà (dubito) maltrattate.
Il S.r Demisiani nostro, andando al suo Cardinale Duca(1198), visiterà V. S. et il S.r Salviati: credo, lunedì o martedì partirà di qua; fors'anco farà riverenza a S. A. Hoggi, nel licentiarsi, S. S.tà l'ha honorato molto. Non m'allongarò più per la fretta. Bacio a V. S. le mani, pregandole dal Signor Dio l'anno presente et infinit'altri felicissimi.
Di Roma, li 4 di Genn.o 1613.
Di V. S. molt'Ill.re e molto Ecc.teAff.mo per ser.la sempre
Fed.co Cesi Linc.o P.
826.
GIOVANFRANCESCO SAGREDO a GALILEO in Firenze.
Venezia, 4 gennaio 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 8. - Autografe le lin. 18-22 [Edizione Nazionale].
Molt'Ill.e S.r Ecc.mo
Sono mille e cinquecento anni che non ho scritto a V. S. Ecc.ma, parte per ocupatione, parte per negligenza, et parte per quella confidenza philosofica ch'habbiamo insieme.
Hebbi il vetro; ho fatto offitio con M.ro Antonio per fargline havere un simile, et altri boni di sei et sete quarte: ma egli è pigro, et io non so partirmi dal fuoco.
Scrissi al Velser, acciò mi facesse fare dal finto Apelle la equatione del ponto d'una natività in vintiquatro meridiani, distanti successivamente quindici gradi l'uno all'altro: et veramente, sicome tutti gli altri matematici che sono stati tentati da me con l'istesso quesito, hanno vacillato senza penetrare il fondamento et l'essenza di questa difficoltà(1199), così egli, volendo strafare, mi è riuscito manco intelligente et più trascurato degl'altri, havendo, in corso di venti quatro meridiani, mutato l'ordine tre volte; che mi ha fatto argomentare in lui anco un'ingnoranza delle cose vulgatissime.
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