Quello che tocca il Signor Luca è verissimo, che il medesimo corpo lucido più vivamente illumina da vicino che da lontano; ma è anco vero che lucidi di grandezza diseguali, ma di luce egualmente intensa, non illuminano egualmente, ma il maggiore da eguale distanza illumina più, et illuminerà egualmente da distanza maggiore. Quando dunque io considero la reflessione che ci vien da un muro, e la comparo con quella che ci vien dalla luna, è vero che quella che ci vien dal muro è vicina, ma quella luna è ben da un corpo incomparabilmente maggiore: et io ho sempre havuta intentione che si paragoni la reflessione della luna con la reflession d'un muro tanto minor della luna, quanto quella è più lontana di lui; sicchè il luogo tenebroso, dove si ha da ricevere il riflesso della luna e del muro, non sia illuminato da un muro di superficie apparentemente maggior del visual disco della luna. Onde, per meglio spiegar il mio concetto, si potranno aggiugner nel luogo citato le seguenti parole. Dopo le parole e tocco dal sole(1230) cancellinsi la qual, e aggiungasi poi(1231): ancorchè tale reflessione passi per un foro così angusto, che dal luogo dove ella vien ricevuta non apparisca il suo diametro sottendere ad angolo maggiore che il visual diametro della luna; nulladimeno tal luce secondaria è così(1232) potente etc.
Il luogo della facc. 57, lin. prima e seconda, levisi interamente(1233), e credamisi che io non havevo penetrata l'argutia.
Quanto all'ultima notatione, per levar la contradittione tra questi due luoghi et dichiarar meglio l'intentione mia, nella facc.
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Signor Luca
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