Per hora ben le dico che nè io posso fermarmi in cotesti paesi, come le dirò poi a longo, nè meno con cotesto Ser.mo Principe io intendo di conseguir altro che un semplice segno et argomento di existimatione dell'opera, lontano da altra utilità, et acquistar per me et per la mia casa la protezion di lui, che io tengo per unico et incomparabile sostegno della gloria d'Italia. Con che le faccio riverenza, et le auguro longhi et felici anni.
Di Trivigi, li 26 di Gen.o 1613.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.r Obl.mo
Paulo Aproino.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r, mio Sig.r et P.rone Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Firenze.
837*.
FEDERICO CESI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 26 gennaio 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 14. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.re et molto Ecc.^ S.or mio Oss.mo
La sua delli 21 del presente(1259) ha rallegrato me et gl'altri Lincei fuor di modo, liberandoci dal dolor che dalla precedente n'era stato arrecato. Sia lodato Dio, che V. S. s'è liberata dalla febre et dolore, sperando rinfrancarsi, come desideriamo.
Aspetto risposta alle notationi del S.or Luca(1260), e s'altro vuole avvisare circa alla terza lettera, che nella stampa in tanto non si perde tempo. La mutatione è stata subito accettata dal revisore, bastando si parli naturalmente, senza mescolarvi sopranaturalità alcuna, che così vogliono in simil cose. Lodo ch'i calcoli si tirino più avanti(1261), non lasciando in tanto d'affrettar la stampa; et essendo i cinque fogli in mano del Greuter per l'impressione de' rami, le mando il seguente ad essi.
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