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      Ma sì come, per Dio grazia, sono in parte passate (come disse che dovevano passare, e venire i dì più lieti), così sto aspettando quel dì che, dopo tante tenebre, mi scopra il desiderato sole, di cui non voglio dir ch'io cominci da lungo a scorgerne l'alba, ma poco meno. Almeno sto con la speranza di vederlo, se Mantova vedrà, come desidera, il Ser.mo S.or Cardinale(1265) assoluto padrone, e, come si spera, di nuovo di Mantova con Firenze non mai a bastanza l[oda]to ristringimento.
      Per le disgrazie occorsemi costà con mia matrigna, mi convenne non solo assentarmi da cotesta amatissima patria, ma anco da questa Corte, un anno e più tenuta a Turino(1266) dal Ser.mo S.r Duca Francesco (che sia in Cielo); poi fui richiamato, havendo fatto là n[on] poca penitenza, dal Ser.mo S.or Duca Vincenzo (che pur sia in Cielo), e tornai qua; d'onde essendo partito il 7bre passato con l'Ecc.mo S.or D. Vincenzo per la Corte Cesarea, sono stato 4 mesi e più di viaggio, essendo stato anco infermo in Praga in casa dell'Ill.mo e Rev.mo Mons.r Giuliano Medici, ambasciatore di cotesto Ser.mo nostro Signore, e con tanta singolare humanità e cortesia da lui trattato, ch'io son tenuto ad haverne eterna memoria. Io rimasi quivi dopo la partita di S. E., e fui favorito da S. M.tà e dall'Imperatrice tre volte in camera loro, dopo la lor cena, 2 hore; et al mio partire fui honorato (cosa insolita là) d'una collana e d'una lor medaglia. In Monaco m'avvenne il medesimo, poich'havendo que' SSer.mi e Grand. mi Prencipi desiderato per avanti conoscermi, m'honorarono e mi donarono assai; e quivi anco avanti io m'infermai degl'istessi dolori colici; e quivi a grand'agio e con mio grandissimo gusto riveddi il S.r Michelangelo(1267), fratello di V. S., dalla amorevolezza del quale io fui tante volte visitato, consolato e favorito, che m'ha dato per sempre occasione di restarli con grandissimo obligo: e certamente dico a V. S. ch'egli è tanto amato e stimato per la modestia e virtù sua, che V. S. deve et è in obligo d'haverlo carissimo (come credo che l'habbia). Egli ha il più bel puttino(1268) e la più bella puttina(1269) che sieno in quelle parti, e la sua moglie, benchè ciaschedun sappia non esser stata per avanti sua pari, tuttavia tanto modesta, savia, e l'ama tanto, e tanto valorosa, ch'ogn'un la riverisce.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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