Li so dire io di certo che molti hanno in tali luoghi mostre le cose da V. S. scoperte; e se alcuni di loro non ardivano appropriarsele affatto, pur di V. S. non facevano parola: onde non è male che si pigli a ciò qualche partito, che chiarisca e mortifichi insieme. Si pò la prefazione ridurre più grave, si pò con meno affetto e minor dimostrazione far l'istesso effetto. Consideri V. S. ogni cosa, e risolva che modo gli pare si tenga, che perciò le rimando la copia della detta prefazione, credendo, per la brevità del tempo che scrive, non l'habbia; e rifacendone altra o correggendola, tanto sarà gratissimo al'autore(1295) e tutti.
Intanto, avicinandosi la partenza del'ambasciator Cesareo(1296), e conoscendo quanto sia bene egli n'habbia e ne distribuisca in Germania ad amici, si stamparà il primo foglio senza prefazione per alcune copie, e bisognando, come credo, si tirarà l'ultimo, che aspettava in ordine l'errata, che andava nel fine, e le costituzioni delle Medicee. Aspetto, per la seguente V. S. le mandi, che veramente è bene la fatiga si goda quanto prima, e i lontani non perdano tutti i rincontri di Marzo, e in Germania non vengano prima fuori nuove scritture. L'epistola dedicatoria secondo l'avertimento si smagrirà un poco. C'era pensiero di mettere un epigramma in lode di Firenze, per piccar sottomano i suoi aversarii. I punti che rappresentano le Medicee nelli rami, ho ordinato al Greuter avertisca vengano tondi. V. S. commandi in tutto; e le bacio le mani.
Di Roma, li 22 di Febr.o 1613.
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