Ho con questi speculate diverse cose meravigliose, come, per essempio, che l'inverno sia più freda l'aria che il giaccio et la neve, che hora appari più freda l'aqua che l'aria, che pochissima acqua sia più freda che molta, et simili sottigliezze, alle quali i nostri Peripatetici non sanno dar nessuna rissolutione, essendone alcuni (tra' quali il nostro Gageo(1358)) tanto fuori di strada, che ancora non capiscono la causa della prima operatione, stimando essi che si dovesse vedere effetto contrario, perchè havendo il caldo (come dicono) virtù attrattiva, bisognerebbe che, riscaldandosi il vaso, tirasse a sè l'acqua. Et così fatti huomeni pretendono le prime letture di Padova!
Non posso esser più lungo; però mettendo fine al tedio che le do con le mie ciancie, me le raccomando al solito etc.
Di V.a, a 9 Maggio 1613.
Di V. S. Ecc.maTutto suo
G. F. Sag.
Fuori: Al molto Ill.re S.r Ecc.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
874.
FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
Roma, 11 maggio 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 51a e 51b. - Autografa.
Molt'Ill.re Sig.r mio Oss.mo
Dalla sua cortesissima ho inteso la riceuta delle lettere, et notato i sforzi maligni delli invidi della sua meritata gloria, quali desidero saper come seguano alla publicazione di quest'opra solare, poichè credo gli scotti non poco.
Ho mandato il S.r Stelluti a Napoli per veder e considerar i luoghi proposti da quelli Signori(1359), et inteso a pieno, quando conosca esser a nostro proposito e sicuro, concludere. Dovrà anco intendere e haver piena relatione d'alcuni soggetti che da molti mesi in qua, per mezzo di quei Lincei che lì sono, fanno istanza d'esser de' nostri, acciò poi facciamo sopra ciò la debita discussione e risolviamo.
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