L'altro è il P. D. Benedetto Castelli, Bresciano, monaco Cassinense, scolare del S.r Galileo, lettore di Matematiche a una mano di gentil'huomini Fiorentini, nominato dal S.r Galil[eo] nelle sue Lettere inventore di veder le macchie del sole con agevolezza sì grande(1366). Che se da V. E. sarà gradita ques[ta] elezzione fatta dal Sig.r Galileo e da me con molto discors[o], pretenderò haver qualche parte ancor io nell'Accademia, benchè per i meriti altrui. E con questa speranza ricordandole la servitù mia, le fo reverenza, e prego dal Signor Dio quant[o] desidera.
Di Firenze, il dì 20 di Maggio 1613.
Di V. E. Ill.maDev.mo Ser.re
Filippo Salviati L.o
879.
FEDERIGO BORROMEO a GALILEO in Firenze.
Milano, 21 maggio 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIV, car. 104. - Autografa la sottoscrizione.
Ill.re Sig.re
Io vedrò volentieri le Lettere di V. S., hora stampate, sopra le macchie solari, de' quali s'è compiacciuta inviarmi copia, e per la curiosità del soggetto e per l'eccellenza dell'autore, da me stimato quanto conviene.
Ringratio V. S. molto dell'affettione ch'ella mi conserva, e la contracambio in ciò benissimo, per particolar mia inclinatione e per rispetto ancora del S.or Ciampoli(1367), di cui mostra d'esser amico, come son io, più che ordinario. Con qual fine prego a V. S. felicità vera.
Di Milano, a 21 di Maggio 1613.
Di V. S.
S.r Galileo Galilei.
Come fratello Aff.moF. Car. Borromeo.
Fuori: All'Ill.re Sig.reIl S.or Galileo Galilei.
Fiorenza.
880**.
FILIPPO CALIPPI a GALILEO in Firenze.
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