Quello che scrissi, mi parse bene avisarlo a V. S., poichè sebene le raggioni con ogni efficacia qui s'espongono, pure l'arbitrio, mosso dalla passione propria, assai più di quelle istesse appresso tali sole usarsi e valere; onde stimai necessaria, nel mezzo d'invidia sì maligna e nel'eversione di fondamenti Aristotelici, che tanto hoggidì sono in pregio, cautela particolare.
Ho riceuta la scatola delle pietre lucifere, e ne ringrazio V. S. con ogni affetto, ch'invero m'è stata carissima, e presto ne goderò lo spettacolo, chè sin hora non mi lece per l'instabile assenza da Roma.
Ho hauto sodisfattione particolarissima de' soggetti che propone; e quanto al S.r Ridolfi(1377), m'assicuro che ciascuno sia per concorrere, et haverne contento. Quanto al'altro(1378), crederei che seguisse l'istesso con applauso, cagionandolo la relatione che V. S. ne dà; ma il vincolo grande col quale egli già si trova in perpetuo alligato(1379), gl'impedisce l'eguali e communi funtioni della Compagnia onde ci potrà favorire col'essere ascritto nel catalogo de' più cari e stimati amici di quella, come avverrà di fare d'alcuni altri personaggi simili, di molta qualità.
Quanto alli titoli filosofici, si propongono solo per usarsi nelli scambievoli offitii e negotii della Compagnia, e muove solo l'occasione d'haver per essa a trattar con persone molto diverse e non conosciute a pieno o praticate, e ben spesso scrupulose in simil materie, e qualche principe, per essempio, che non haverà la cortesia congionta con le lettere, e vorrà ricever molto e dar poco; e non tutti i letterati haveranno veramente filosofica schiettezza.
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