Fuori: Al molto Ill.e et Eccmo S.or mio [Oss.]moIl S.or Galileo Galilei.
Firenze.
885**.
PAOLO APROINO a GALILEO in Firenze.
Treviso, 1° giugno 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 56-57. - Autografa.
Molto Ill.re et Ec.mo Sig.r, mio P.rone Oss.mo
Ho ricevuto pur al fine la penultima lettera di V. S. con le considerazioni sopra le macchie solari, da lei inviatemi li 16 di Aprile, che dopo un mese e mezo mi è stata mandata per un contadino il martedì passato delle Pentecoste da uno D. Tomaso di S. Georgio Maggior di Venezia, rettor qui fuori 8 miglia in una loro corte, detta Monestier.
Mi sono riuscite sopra modo carissime, non solo perchè vengono da lei et sono quel che sono (ch'io di loro non mi saprei altro che dirne più magnificamente), ma perchè mi sono venute aspettate di qualche tempo, et poi per me opportunissime, poichè, con l'ampiezza de' concetti che portano seco, sono forse per allargarmi un poco il cuore dal troppo dolor che mi opprime tutta via(1385). Ne la ringrazio donque quanto so et posso infinitamente, et dopo haverle in questi dua dì, si può dir, divorate tutte, me le anderò mo' godendo con lautezza esquisita a parte a parte.
Del Sig.r Danielle(1386), io ne ho da esser altresì geloso et dubbioso come V. S., poi che, havendolo sollecitato più di due volte, non ne ho potuto cavar una lettera; pur dimani, che passa l'ordinario per Friuli, voglio ritentarlo di novo. Mi do a credere che ce 'l tenghino alienato le brighe vecchie di casa sua; oltre che in quella città ci sono anche altri garbugli, per li quali l'ambascieria di suo fratello(1387) non credo che si sia per ancora effettuata.
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