In quanto poi allo strumento auditorio, io sono pure per applicarvi l'animo, anzi, per meglio dire, la mano; poi che sebene mi si attraversano per la fantasia varii dissegni di poter migliorare, perchè nondimeno ricercano nuovi esperimenti, non ci voglio attendere più che tanto, per non allungar il tempo. Ma V. S. vegga che le cose da lei portate le sogliono riuscir di tanto splendore, che di questa senza altro non ne resterà a pieno sodisfatto. Basta che quanto si è detto si osserverà: di mostrare che il suono, pigliato con instrumento artificioso, riesce all'orecchia 4 volte maggiore che sentito(1388) naturalmente; et in ciò, che è quello ch'io le scrissi, non solo non si lascierà occasione di dubitare a gli huomeni sensati, ma se glie ne porgerà d'avantaggio da poter filosofar meglio intorno alla natura del suono, di quello che fin hora si è fatto. È ben vero mo' che in questa materia non ci saranno quelle apparenti dimostrationi, che convincono a prima faccia anco chi vuole star fra 'l confino dell'ignorante e l'ostinato. Io le so dir questo, che stando fuori in villa 4 miglia lontano, ho udito et riconosciuto il suono delle campane della città, benchè mediocri; dove senza l'instrumento, a pena d'inverno si sente un poco di non so che di una o due delle maggiori, non che si possino sentir o riconoscer le altre. Et nel particolare delle musiche pare a me che ci sia del gentile assai, poi che stando lontani si odono le parti in perfetta mistione di consonanza, et tuttavia lo stromento fa sentir(1389) vivide le voci, come se fossero vicine: chè, come V. S. haverà osservato, la lontananza debilita ben le voci, ma cresce la soavità(1390) del consonare.
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