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      Come tutte le altre cose, così questo instrumento ha la sua tara, che è un poco di buccinamento; onde ne nasce che le parole, nello spiccar l'articulazione, par che non si avantaggino tanto, che seguitino in ciò la proporzione della crescita che fanno nell'essenza del suono. Pure, perchè, tal accidente non séguita alla propria formalità dello strumento, come non séguita propriamente al vetro lenticulare il far torbido, io spererei che si potesse levare, tentando varii esperimenti con quella patienza et esquisitezza che ricerca l'essere di queste cose, che consistono in minimis naturae. Sia come si voglia, se uno ragionerà tanto lontano ch'io ne perda la metà delle parole, con l'instrumento non è per passarmene una ch'io non l'intendi. Sa però V. S. che gran parte delle persone fa concetto in simil cose, che siano per far riuscire tutto quello che si imaginano impertinentemente; come fu uno che pareva che volesse defraudar di lode il suo divino perspicillo, perchè non le fece vedere distintamente et a suo modo un oggetto situato in pochissima luce, come egli si dava a credere che dovesse fare. Et però stimo che sia bene andar parchi nel dar occasione di far entrar in testa degli huomeni simili concetti, acciò che in fatti quanto più si può si corrispondi poi all'altrui imaginazioni. Et facci pur sempre un protesto più che generale, che non intende di far sentir con l'orecchio le armonie de' cieli, come ha fatto veder le altre loro condizione con gli occhi. È ben vero che, per star su le impertinentie, una sotil tavoletta non admette l'aiuto del perspicillo, dove che questo auditorio potrebbe forse anco passar le muraglie.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834