Questo ho voluto significarle per parer non apresso lei mal creato, se prima d'hoggi non le ho rese quelle gratie che son obligato, e tanto più quanto che provo infinito contento nel trovarmi vivamente servato nella memoria di V. S. In altro tempo scriverò qualche cosa di più; et passo a dirle che sono quattro mesi del mio letto, con haver passato, mercè di Dio, l'ultimo horribile di questa vita, et mi avanza tanto di speranza di rihavermi con questo sole: et forse mi sarà occasione questo male, che habbiamo a vedersi in Fiorenza. Et con questa fine, a V. S. molto Ill.re prego dal Signor Dio perpetuo acrescimento d'ogni bene; apresso la supplico, se questi rumori bellici lo consentono, far humilissima reverentia al Ser.mo Gran Duca; et di cuore bacio le mani alli SS. Bernardi et Rossi.
Di Venetia, li 15 Giugno 1613.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Se V. S. haverà occasione di scrivermi, potrà consegnar le lettere al S.r Ressidente Dominici, che è mio singolarissimo et amicissimo Patron.
Ser.r Aff.moBernardin Gaio.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo mio S.r Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
892*.
ANDREA MOROSINI a GALILEO in Firenze.
Venezia, 15 giugno 1613.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXI, n.° 155. - Autografa la sottoscrizione.
Illustre et Ecc.mo Sig.r Oss. mo
Ritrovandomi li giorni passati in Padova, mi fu dal Cl.mo Sig.r Gio. Francesco Sagredo inviato, per nome di V. S. Ill.re et Ecc.ma, il libro da lei posto in luce delle macchie solari, riuscitomi oltre modo caro, non meno per la curiosità et novità delle materie in esso contenute, nelle quali V. S. con occhio linceo ha superato la vista dell'aquila, che per veder conservarsi da lei la memoria mia.
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