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      Sa V. S. che ne ragionammo quand'ella fu in Roma, e si stimò cosa difficilissima: l'istesso credo accaderà ovunque l'artefice vorrà soggiogar la materia al matematico rigore. L'audace et ostinata esperienza c'insegnarà tuttavia; et invero l'acuto et indefesso ingegno del S.r Porta nostro, in così decrepita età, non cessa di fatigare e speculare, e in molte cose restarà a mettere in pratica.
      Haverò caro, se a V. S. saranno proposte le dette operationi e segreti (come credo), intenderne poi con sua commodità il suo parere, grandissimamente pregiando il suo giudizio di valor tanto noto nelle teoriche e pratiche, nè solo delle cose inferiori, ma delle superiori e nobilissime nature. Del detto spagirico le dimandai, perchè il S.r Stelluti, che, come già le scrissi, mandai a Napoli per i negotii del nostro consesso, m'avisò ne ricercassi un poco d'informatione. Hora, essendo ritornato e trovandosi meco, mi dice che, essendosi ritrovato presente a tutto il negotiato di detto spagirico con il Porta, questo, mostrando farne gran conto per la cognitione grande di medicamenti rari e cose naturali ch'in lui scopriva, lo pregò trattasse meco che si proponesse per Linceo. Hora starà a V. S. il considerare se è a nostro proposito, risguardandone la scienza et altre qualità del'animo, il nome ch'egli ha, il conto che n'è tenuto, e come si dimostri verso V. S. e le sue cose et altri Signori Lincei, e s'altro le parrà conveniente; poichè non venendo da lei approvatissimo, non se ne farà pur un motivo, e poi anco s'aspettarebbe la ricercasse.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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