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      Saturno, posto verso l'apogeo, facilmente non si scorgerebbe; et i suoi orbi collaterali non comparirebbero se non posti nel perigeo. E come vedriensi li quattro pianeti di Giove hora che, passato il mezzo del cielo o dell'epiciclo, ascendono all'apogeo? Per tanto, essendo l'epiciclo di Saturno d'un'ampiezza non minore del deferente solare, si può giudicare che 'l nascondersi de' suoi orbicelli da altro non proceda che dall'altezza del diametro di quello; della qual cosa saremo chiari, se nell'andare il sole alla sua oppositione si scuopriranno essi più grandi e manifesti che hora non sono, sicome tali in tal tempo si mostrarono l'anno passato. Ma negli anni che seguiranno, dovendo Saturno discendere dalla mezzana lunghezza del suo deferente verso il perigeo di quello, agevol cosa sarà che in ogni tempo si veggano. Che se niente di questo accaderà, aspetteremo d'udire da V. S. la vera cagione del loro occultarsi, perchè non havendo io se non una generale notitia della teorica del Copernico, non ho compreso per qual cagione ne' soli due solstitii di state e di verno habbiano ne gli anni prossimi da manifestarsi. E tutto ciò mi è paruto di scriverle, anzi per modo di dubitare, che perch'io non istimi grandemente il giudicio di V. S.; sicurissimo ch'ella non sarà per mettere niente in publico della verità di questa opinione, se non havrà in mano gli argomenti certi da provarla: perchè se non avviene ch'ella si renda dimostrabile con pruove matematiche e necessarie, sarà gran fatto che per le sole probabili ragioni al mondo si persuada, come cosa che non troppo bene cappia nell'humano intelletto.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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