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      Si taglierà donque questa sagoma in su una tavola, che servirà al maestro per regola di far l'instrumento, il quale doverà poi esser cimato con questa misura [vedi figura 905b.gif] sì che entri assai commodamente nell'orecchia. Ma in queste cose non occorre che mi estenda punto con V. S. Ecc.ma, chè essa forse troverà partito anco migliore per facilitar il lavoro. Le dico solo, in quanto alla materia, che io ho lavorato in banda; nondimeno l'argento sarà per meglio riuscire (seben però con poca differenza), havuto rispetto alla unità et rigidezza del corpo et alla egualità della superficie; sì come anco io so che oltre queste materie ce ne sono molte altre che fanno effetto, fra le quali si può annoverare infino uno scartoccio di carta ma forse che al fine il vetro sarà la più utile materia di tutte le altre.
      Ma io mi son disteso troppo et troppo tengo occupato V. S., a cui dovea bastar solo l'accennare quello che ad altri non devrebbe però esser detto se non molto più a longo, con proporre gli esperimenti manifesti et le dimostrazioni sopra di quelli fondate, che fanno conoscer per vero ciò che si dice per vero, et rimetter poi il probabile al più o meno giudicio delle persone. Ben mi rincresce non esser in stato di mandarle il perfetto della cosa, che io ho però speranza di ritrovare, quando habbi commodo di star ancora dieci altri giorni in villa a lavorar in bande per trovar le proportioni di sopra accennate, et dieci a Murano per far lavorar in vetro, nella cui rigidezza io ho più fede che in alcun'altra materia, se però in questo non si scoprisse qualche altro particolare da specularvi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





Murano