Il Bacci mi dice, haverle mandati alcuni vetri assai buoni, ma non ho potuto vederli per paragonarli con miei; se mi comanderà che li paghi, essequirò il suo ordine in questo et in ogni altra cosa.
Con l'arrivo del preciosissimo vino di V. S. Ecc.ma, et con questo caldo, la speculatione mia sta sul misurare esso caldo sul bevere fresco. La misura del caldo è già ridotta quasi in perfettione(1439), et ne ho fatto efemeride da 15 giorni in qua; copia delle quali manderò con prima posta, per non haver tempo da copiarle. Ho anco trovato una piria, per la quale passando il vino subito si rinfresca, et bisognando si riscalda; alcuni bicchieri per bever col ghiaccio, et uno nel quale mettendovi il vino si vede quanti gradi di fresco habbia preso, et serve anco per bevere; un calamaro per conservare l'inchiostro in questi caldi, sì che non si secchi, non venga spesso, nè bagni soverchiamente la pena, di poca spesa e di molta durata. Doppo haver bevuto due bicchieri del vino di V. S. Ecc.ma sono scaturite queste inventioni, onde spero, avanti che bever un solo de' suoi fiaschi, haver inventato cose divine. Le mie occupationi non permettono che io possi questa posta inviarle i suoi fiaschi, ma lo farò la settimana ventura. Sebene la bontà del suo vino mi ha tolto l'animo di mandarle cosa equivalente, pure provaremo di non gettar in tutto il porto. Non posso esser più lungo: le baccio la mano. Con più commodità la ringratierò, overo more philosophico tralascierò questo ufficio.
In V.a, a 27 Luglio 1613.
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Bacci Luglio
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