Di V. S. Ecc.maS.r Galilei.
Tutto suoG. F. Sag.
Fuori: Al molto Ill.re S.r Oss.moL'Ecc.mo S.r Galileo Galilei.
Firenze.
907*.
FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
Roma, 2 agosto 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 79. - Autografa.
Molto Ill.re e molto Ecc.te Sig.r mio Oss.mo
Ho veduto la lettera a Mons.r Agucchia con molta sodisfattione, e subito, secondo l'aviso di V. S., inviatagliela; nè mancarà occasione di discorrerci, e farò il debito insieme col S.r Valerio, che ci tratta spesso, e tutto verrà da me con ogni destrezza. Opero similmente con questi più pertinaci Peripatetici, che manco mostrano curarsi delle nove esperienze celesti, e pongono nelle loro conclusioni che queste novità non provano altrimente il cielo mutabile o corruttibile; e sempre si viene acquistando.
La relatione che mi dà della scrittura del P. Cam.(1440), cagiona che mi maravigli non poco di lui: presto potrò veder l'istessa, ma non senza sdegno.
Nella cosa di titoli(1441) indugiaremo un poco, per considerare e cercar più che si può, tanto più che il bisogno è per il futuro più che per il presente.
Quando V. S. vorrà che si stampino in latino le lettere solari, sarà serv[i]ta: intanto ho ordinato che si tratti con persone che possino piglia[r]si pensiero d'inviarle sicuramente fuori d'Italia, e sarà così più facile ad Apelle et altri forastieri di goderle a lor modo. Tutto importa che il traduttore sia buono e candido, come credo. Altro non m'occorre. Bacio a V. S. le mani, e le prego dal Signore Dio ogni contento.
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