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      Ho mandato a consignare la cassella di V. S. Ecc.ma, con li due fiaschi pieni, al corriero. L'uno di questi è ripieno della miglior malvasia che habbiamo havuto quest'anno, et l'altro di vino d'Istria, detto vino da re. Non so se questo ultimo valerà il porto, poichè di gran lunga non arriva al rosso di costà; nondimeno qui è tenuto in gran stima. Altri vini, per la condotta, non occorre mandare costà.
      Invio con queste il mio vetro di 13 quarte, il quale è incomparabilmente migliore di quanti sono stati fatti in questa città, per quello che si sa. Il Baci lo ha veduto, et afferma l'istesso. Io ne ho un altro, lodato dal Baci, et della grandezza et misura che ella mandò all'istesso Bacci, ma non arriva di molto alla bontà di questo: lo manderò quest'altra settimana, havendomi scordato metterlo nella cassella et essendo l'hora troppo tarda. Questo grande V. S. Ecc.ma se lo potrà tenere, ma quest'altro picciolo mi farà gratia, doppo haversene servito a suo gusto, rimandarmelo. Ne ho donato uno al Magini, egual di bontà a questo, una quarta più lungo: ma è perduta la vena dei vetri, sichè non so quando poterlene promettere. Se ella venirà qui, faremo altra diligenza, et in tal caso, quando non se ne trovi d'altri, questo mio sarà suo; ma fino ch'io non la veggo, lo chiamo mio. Non posso esser più lungo. Le baccio la mano.
     
      In Venetia, a 3 Agosto 1613.
      Di V. S. Ecc.maTutto suo.
      G. F. Sagredo.
     
      Fuori: Al molto Illustre Sig.r Hon.moL'Ecc.mo S.r Galileo Galilei.
      Firenze.
     
      Con una cassella segnata GFS, et un ligaccio


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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