Ma se queste mie voglie non son bastanti a cagionar l'effetto desiderato in V. S., non restarò di pregarglilo dal Cielo, come non resto d'osservarla et d'haver sempre volontà di servirla in tutte l'occasioni. E le bacio le mani.
Di Fabriano, li 17 di Agosto 1613.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.re Aff.mo e vero
Franc.o Stelluti Linceo.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re et P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei L.o
Fiorenza.
915.
GIOVANFRANCESCO SAGREDO a [GALILEO in Firenze].
Venezia, 24 agosto 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 42-45. - Autografa.
Molto Ill.re S.r Ecc.mo
Non mandai il vetro grande promesso, perchè essendo (come scrissi a V. S. Ecc.ma) di mediocre bontà, stimai sodisfar meglio al desiderio suo et al debbito mio col lasciarle il primo che le inviai, per essere il migliore et più degno di lei, già che la buona sorte me n'haveva fatto capitare un altro simile. Hora mo' che mi è pervenuto questo primo, con aviso del suo desiderio di haverne un maggiore, sospenderò il rimandarle questo, per far esperienza se ne potesse riuscire della grandezza che la ricerca. Il mio maestro è un pover'huomo, chiamato maestro Antonio, all'insegna di S. Lorenzo in Frezzaria, et lo trovo più suficiente et più servitiale del Bacci. Questo ha una mia forma che gli donai, della quale riescono ottimi vetri da sei quarte; ne ha un'altra mia, aggiustata da lui, con la quale sono lavorati questi da 13 in 14 quarte. I vetri lavorati con questa da due parti, riescono, come ella sa, di sette quarte(1451), et molti buonissimi; quelli poi che sono lavorati da una parte con questa et dall'altra con la minore, riescono di un braccio; gli ne riescono anco di perfetti di tre quarte, lavorati da ambe le parti con quella da sei: et volendone di ogni sorte, potrà scriver a lui il suo desiderio, perchè egli desidera grandemente esserli servitore, et se le professa anco obligato, poichè, sebene ancora è assai povero, nondimeno egli ha assai accommodata la sua fortuna con questi occhiali, a' quali egli attende continuamente, havendo quasi del tutto abbandonato l'ordinario suo essercitio, che era di specchi et lavorar pietre d'ogni sorte.
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