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      Filosofi (come faccio io) caminando, passeggiando, sedendo; sia ella a sè stessa maestro e scolare; non si attacchi sopra i libri, nè s'amazzi nello scrivere; vagliasi (se può) della mano altrui; non riscrivi se non a chi lo merita: ad alcuni scrivi laconicamente, spacciandoli con quattro righe, s'escusi con l'infirmità; a me poi faccia scrivere un quinterno di carta per volta, perchè mi persuado che sarà con gusto et senza fatica. Poi in nessun conto lasci questi benedetti fanghi padovani(1454), perchè certo la libereranno da quella fodera di scarlato; et io mi offero per suo protomedico.
      Già alcune settimane li Sig.ri Guadagni mi mandorono fino a casa i denari spesi nelle mape(1455), et me ne fecero mille escusationi della tardanza; ma io, more fìlosofico, ho havuto questo ufitio per superfluo, poichè solo mi sarebbe spiacciuto che si fossero perduti.
      Quanto alla equatione(1456), ho veduto la risposta di V. S. Ecc.ma(1457), la quale veramente non ferisce quel segno che è stato cagione di mille dispute con li mathematici di queste parti et principalmente col P. Maestro et col Mula, perchè quello che V. S. Ecc.ma dimostra è vero in ogni meridiano et in ogni instante; ma il mio paradosso consiste in questo, che io tengo che le regole date finhora per le equationi usate per far un'equatione generale, camineranno con buon ordine in tutti i meridiani, fuorchè in due contigui, nei quali si troverà la differenza di un giorno, la qual differenza non si può evitare da industria o sapienza humana: onde ne segue, che dato un Sommo Pontefice, monarca in temporale et spirituale dell'universo, il quale volesse o confirmare o constituire una denominatione di giorni da nuovo, stabilendo feste et vigilie, ancorchè potesse con un sol cenno in un instante infondere et commandare la sua volontà a tutto il mondo, non potrebbe fare che tra due meridiani contigui non fosse tal differenza, che in uno si facesse la vigilia et nell'altro la festa, sichè perpetuis temporibus la detta differenza di un giorno fossi tra gl'habitanti di essi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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