Ma per non esser in ciò più lungo, vengo a darle ragguaglio d'alcune mie nuove fatighe, non havendogliene dato prima, perciò ch'erano ancora in herba(1463). Ciò sono tre trattati in forma di lettere: nel primo de' quali si dimostra la quinta dimanda del primo d'Euclide, quella, dico, delle linee concorrenti, doppo haver rifiutata quella de gli Arabi, ch'è ancor ne' Comentarii del P. Clavio (il che sia detto con ogni riverenza della felice memoria di sì grand'huomo et mio maestro), come non geometrica, et che habbia poco manco bisogno di dimostratione che la detta dimanda, come che il P. Gamberge ciò non possa inghiottire. La deduttione si stende per molte propositioni et passi difficili, ma però con facilità et chiarezza dimostrati. Il secondo contiene alquante dimostrationi logiche et metafisiche, che la prima proposizione del primo del medesimo Euclide non sia stata dimostrata non solo come problema, ma nè anco come teorema geometrico, senza le otto propositioni ch'io dimostro; nel qual trattato tiro(1464) a proposito alcuni discorsi contra Aristotele et alcune pazzie di certi Peripatetici, nate dal troppo reggersi per fede humana. Nel terzo finalmente, alcuni scielti teoremi, l'uno de' quali è quel della superficie sferica, non mai sin qui mandato a V. S. per impatienza di trascriverlo, causata da infinite mie occupationi: però mi sforzerò d'inviargliele, insieme con alcun'altre cose, prima ch'io le dii alla stampa. Ciò dico, perciò che il S.r Velsero ha scritto al S.r Prencipe pregandolo a far che si stampino qualch'altre cose nuove de' Lincei; et per ciò penso di dar in luce li detti tre trattati, dovendo poi dare appresso, se Dio vorà, il libro De centro gravitatis solidorum, migliorato et accresciuto in guisa, che forse V. S. n'havrà diletto.
| |
Euclide Arabi Comentarii Clavio Gamberge Euclide Aristotele Peripatetici Velsero Prencipe Lincei Dio
|