Però sta al G. D. a risolver se vuol far condur qua lo strumento dall'autor medesimo; e V. S., scrivendo la resoluzione di tal particolare al S. Sprani, saprà ottimamente accennargli la stima che fa S. A. delle cose esquisite, come all'incontro le popolari poco la muovono(1500).
Havendo scritto sin qui, mi è sopraggiunto il P. Don Benedetto(1501), Matematico di Pisa, con la dolorosissima nuova della morte del S. C. Vinta(1502), sentita da me con quel travaglio che ella può imaginarsi maggiore, havendo io perso un tanto padrone e protettore. Consolami che il caso non è seguito avanti che io habbia preso servitù con V. S., la quale, come successore del S. Cavaliere, spero che, seguendo le sue vestigie, favorirà con simile affetto i loro comuni servitori, tra i quali reputandomi di esser io ancora, non resterò di ricorrere al suo favore nelle mie occorrenze. Era il detto Padre andato a casa il S. Cavaliere, che sia in Cielo, per intender se dal loro Presidente, che risiede costà, era venuta la risposta della sua licenza(1503), conforme all'ordine dell'Ill.mo S. C. Montalto(1504); e poi che non ne ha potuto ritrar niente per l'accidente occorso stanotte, già che V. S. è costà sul luogo, la supplica a mandar dal P. Presidente, e darci avviso di quanto passa, acciò egli si possa inviare alla volta di Pisa quanto prima. Io poi, desiderando di esser favorito da' suoi comandamenti, con ogni reverenza gli bacio le mani, e la supplico ad inchinarsi in mio nome a loro Al. Ser.me, e dal Signore Dio gli prego somma felicità.
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