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      Già il S.or Chiabrera(1533) mi fece sapere la memoria che V. S. tiene di me, et che mi voleva mandare non so che sua opera, ma che non seguì per la sua partenza; onde, trovandomi qui, et havendone havuto prattica con D. Benedetto(1534), lettore eccellentissimo in questo Studio de le matematiche, suo affetionatissimo scolare, egli mi ha dato doi sue opere, cioè Istoria de le macchie solari, et De le cose che stanno su l'acqua, che mi sono state carissime, sebene del primo egli aspetta che V. S. gli mandi quello che era destinato a me. Io, per lo carrico che ho, non posso venir da V. S. a far lo debito mio: supplisca questa appresso la sua cortesia, sinchè al mio ritorno possa vederla dopo tanto tempo, e significarle meglio l'animo mio, et restringere qualche maniera acciò in l'avvenire non habbi a digiunar tanto de le nuove de sua persona et esserle così inutile servitore come per lo passato. Li faccio riverenza di novo, e prego Nostro Signor che la feliciti.
     
      In Pisa, li 26 di Nov.e 1613.
      Di V. S. Illustre et Ecc.maAff.mo Ser.re e Scolare
      P.lo Pozzobonelli.
     
      So che V. S. provede molti amici soi di quelli instrumenti che sonno canna occhiale, che fan veder da lontano. Io ne desidero uno esquisito, et che mi venga di man sua: di gratia, V. S. me ne facci trovar uno quando venirò, che prima di Marzo non può essere, che compirò ala spesa, non essendo ragionevole che habbi da V. S. altro che la eccellenza, poi che per altre mani così s'acerta (?) più a caso et è accompagnata con mille altre imperfettioni.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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