Di gratia, cerchi occasione di comandarmi, acciò sappi che ha gradito la mia affetione perpetua.
L'occhiale, se sarà esquisito, credo sarà portatile sotto la cappa, et si potrà anche osservare qualche cose dele nuovamente da V. S. ritrovate in cielo; perciò non vorrei machina sì longa come quella di Don Benedetto, ma di quelli di un braccio incirca. Ne capitano a Genoa alcuni, ma di tanti pezzi che in doi dì cascano da luogo, et se multiplicano assai, danno pena estrema in ritrovare l'oggetto. V. S. mi favorisca, di gratia, di cosa che non sia triviale, et la depositi in mano di qualcheduno sino ala mia venuta, acciò non sia astretto a darla ad altri et all'ora non potermene fare gratia.
949.
GALILEO a CAMILLO GLORIOSI in Padova.
Firenze, 30 novembre 1613.
Riproduciamo questa lettera dalle pag. 25-26 della Responsio IOANNIS CAMILLI GLORIOSI ad vindicias Bartholomei Soveri, item Responsio eiusdem ad scholium Fortunii Liceti, ecc. Neapoli, ex typographia Secondini Roncalioli, M.DC.XXX.
Io ricevetti contento non piccolo, quando intesi dall'Illustrissimo Signor Sagredo della elezione caduta in V. S., stimando che non poteva cadere in persona più atta a questa lettura. V. S. comincia quel corso, nel quale io ho spesi 18 anni con mia gran satisfattione, servendo a Principe tanto benigno; onde ella si può(1535) prometter l'istessa, et tanto maggiore, quanto ella è di maggior merito. Le rendo grazie infinite del cortese affetto che mi dimostra, e l'assicuro che ne è contracambiata, come dall'esperienza stessa conoscerà, qualunque volta ella si degnerà(1536) di comandarmi, come ne la prego.
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