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      Intanto favoriscami di far reverenza in mio nome a tutti cotesti Signori lettori, e mi conservi la grazia sua, ch'io per fine con ogni affetto gli bacio le mani.
     
      Di Firenze, l'ultimo di Novembre 1613.
     
     
     
      950*.
     
      FEDERICO CESI a [GALILEO in Firenze].
      Roma, 30 novembre 1613.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 107. - Autografa.
     
      Molt'Ill.re e molto Ecc.te Sig.r mio Oss.mo
     
      Ho riceuto la gratissima di V. S., e mi doglio grandemente che tanto seguitino le sue indispositioni a molestarla; onde perdoni lei al desiderio che ci trasporta d'intender nuova di lei e della sanità sua tanto bramata, e attenda pure ad haversi cura, chè così haveremo poi più consolatione; ch'intanto al'istesso desiderio sodisfarà tralasciando ogni cosa nociva.
      I Peripatetici et Apelle seguono al lor solito: almeno usassero qualche poco di giuditio, per non venir universalmente derisi. Il libro del'amico è nelle vegghie nostre desiderato; presto credo comparirà. Intanto n'habbiamo un altro(1537) per le mani, che dice della luna cose bizzarre, richiudendola in una lanterna proibita, che venga pian piano scoprendosi e ricoprendosi, poichè non vol che sia illuminata dal sole, et espone l'eclissi a suo modo: è stampato di qua; e s'ella non l'ha veduto, lo mandarò subito.
      Il P. C.a(1538) avisa haver scritto de' natabili et mergibili, dissentendo da V. S.: procuro mi venga alle mani la scrittura; se capitarà, V. S. l'haverà subito. Egli mostra gustar poco delle matematiche; e le sue cose sogliono andar in volta a pezzi, e restar sopprese in mano de' particolari.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XI. Carteggio 1611-1613
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 834

   





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