Io non ho alcuna nuova dov'egli si ritrovi, chè volontieri gl'inviarei uno di detti libri, et non può fare che V. S. non n'habbia qualche nuova da potermela partecipare. Col qual fine me le raccordo prontissimo sempre a' suoi commandi, et le bacio le mani.
Di Bologna, li 7 Decembre 1613.
Di V. S. molto Illustre et Ecc.maServitore Aff.mo
Gio. Ant.o Magini.
Fuori: Al molto Illustre et Ecc.mo S.or mio Oss.moIl S.or Galileo Galilei, Mathematico del Ser.mo G. Duca.
Firenze.
955**.
BENEDETTO CASTELLI a [GALILEO in Firenze].
Pisa, 10 dicembre 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 126-127. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
Ho riceuta la sua con le copie delle Lettere solari, e la ringrazio infinitamente. Ieri ancora mi fu data l'ultima, con l'inclusa al Sig.r Picchena, e gli la consignai in man propria, con offerirmegli servitore; baciai le mani a Mon.r Arturo(1550) in suo nome, e l'istesso feci al S.r Cornachini(1551), quali tutti la risalutano. Il Sig.r Enea(1552) mi ha detto d'haver un compasso geometrico solo, e l'altro in Firenze, e me lo darà da parte di V. S. Non ho mai potuto fare altra che questa miserabile osservazione de' Pianeti Medicei; anzi, subito visto Giove, nella prima occhiata sopragionsero nugoli: tale quale glie la mando.
D. 4 Xmbris, h. noc. seq. II[vedi figura 955.gif]
Quanto al mio particolare poi, le cose seguitano di bene in meglio, le buone cioè: leggo in casa tre lezzioni, ed ho 27 scolari nobili e di tutto garbo; di più la sera, a mezz'hora di notte, viene il Sig.r Enea con sua grandissima sodisfazione, ed ha principiato Euclide di sua elezzione.
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