Della frateria, hoggi sarò dal Cioli, ed assecurarò ogni cosa. Quanto al negozio di D. Paolo, non ho ancora potuto parlare: per l'ordinario scriverò a V. S. quello che haverò fatto. Nel resto me li ricordo servitore obligatissimo, e li b. le m. Michele, qual sta bene e serve, li fa riverenza, ed il simile Gio. Batta.
Di Pisa, il 10 di Xmbre 613.
Di V. S. molto Ill.reOblig.mo Ser.re e Discepolo
D. Benedetto Castelli.
956.
BENEDETTO CASTELLI a [GALILEO in Firenze].
Pisa, 14 dicembre 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gall., P. I, T. VII, car. 128-129. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.re
Giovedì mattina fui alla tavola de' Padroni, et interrogato dal Gran Duca della scola, li diedi conto minuto d'ogni cosa, e mostrò restare molto sodisfatto. Mi dimandò se io havevo occhiale: gli dissi di sì, e con questo entrai a dire della osservazione de' Pianeti Medicei fatta a punto la notte passata, e Madama Ser.ma volse sapere la positura loro, e quivi si cominciò a dire che veramente bisognava che queste fossero reali e non inganni dell'istrumento, e ne fu dall'AA. loro interrogato il S.r Boscaglia(1554), quale rispose che veramente non si potevano negare; e con questa occasione io soggionsi quel tanto che io seppi e potetti dire della inventione mirabile di V. S. e stabilimento de' moti di detti Pianeti. Vi era a tavola il Sig.r D. Antonio(1555) quale mi faceva una faccia tanto gioconda e maestosa, che mostrava segno manifesto di compiacersi nel dir mio. Finalmente, dopo molte e molte cose, tutte passate solennemente, si finì la tavola et io mi partii; et a pena uscito di Palazzo, mi sopragionse il portier di Madama Ser.ma, quale mi richiamò in dietro.
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